Afghanistan, anni Novanta. Alì è un ragazzino che trascorre le giornate tirando calci a un pallone con il suo amico Ahmed, in una
Kabul devastata dalla lotta tra fazioni, ma non ancora in mano ai talebani. La città non è sempre stata così cupa, gli racconta suo
padre, ma ad Alì, che non ha mai visto altro, la guerra fa comunque meno paura delle sgridate della maestra o dei rimproveri
della madre.

Un giorno ritorna a casa e la sua casa non c’è più: è
stata colpita da un razzo e i suoi genitori sono morti.
Il bambino si siede su un muretto e aspetta il ritorno
del fratello maggiore Mohammed che sa
perfettamente cosa deve fare in quella situazione:
bisogna andare via. In quello stesso istante, l’istante
in cui inizia il loro grande viaggio, distesi in mezzo ai
bagagli sul portapacchi di un furgone lanciato verso
il Pakistan, il diciassettenne Mohammed diventa per
Alì un padre, il miglior amico e, infine, un eroe
disposto a tutto pur di mantenere la promessa
fattagli alla partenza: Alì tornerà a essere libero e a
guardare le stelle, come faceva da bambino quando
il padre gli spiegava le costellazioni sul tetto di casa
nelle sere d’estate. che per fortuna è un ragazzo
estremamente maturo per la sua età e sa
perfettamente cosa deve fare in quella situazione:
bisogna andare in Italia ed ottenere i documenti.
Una fuga dall’Afghanistan durata cinque anni,
durante i quali è successo di tutto e durante i quali
Alì si è trovato di nuovo di fronte a una spaccatura
radicale nella propria vita: uno di quei momenti che
durano un attimo e ti segnano per il resto dei tuoi
giorni. Il fratello di Alì muore in mare, di notte,
durante il percorso che dalla Turchia avrebbe
dovuto portarlo in Grecia. Stava cercando di
raggiungere le sponde della Grecia in gommone
perché costa poco: il suo obiettivo era lavorare lì un
po’, tornare indietro e prendere suo fratello con i
soldi necessari per compiere lo stesso tragitto ma in
modo più sicuro, ovvero in traghetto. Alì riesce ad
arrivare a Roma a tredici dopo 5 anni di viaggio. Ma
Roma la gente è strana: parla una lingua che Alì non capisce, ha abitudini diverse e lo guarda come un alieno. È poco più che un
bambino, eppure di lui notano solo che è povero, sporco, straniero. E allora bisogna crescere in fretta, integrarsi e combattere i
pregiudizi. Ma dove trovare le forze? Gli addii si susseguono: ragazzi arrivati con lui dalla Grecia prendono la strada della
criminalità o proseguono verso altre mete giudicate da “radio migranti” preferibili all’Italia. Alì è di nuovo solo, ma sa che non
deve perdere l’occasione che la vita (e suo fratello, con il suo sacrificio) gli hanno in qualche modo regalato. Perciò studia, riga
dritto, si impegna a capire gli altri nonostante pochi cerchino di capire lui, non perde mai il coraggio e l’ottimismo e, piano piano,
senza mai smettere di sognare, ce la fa.
Emozionante e piena di speranza, la storia di Alì ci parla anche di noi, del nostro mondo riflesso negli occhi di chi arriva in Italia
in cerca di un futuro. E si fa storia universale, quella di un ragazzino, poi ragazzo, poi uomo, che cerca quello a cui tutti
aspiriamo: l’amicizia, l’amore, l’accettazione. Insomma, un posto nel mondo.
Alì Ehsani nel novembre del 2015 ha conseguito la laurea triennale in Giurisprudenza. Attualmente lavora come insegnante, e
incontra i ragazzi delle scuole parlando della propria esperienza di vita e dell’ importanza dei sogni e della speranza.
La sua storia è raccontata in due libri: “Stanotte guardiamo le stelle” e “I bambini hanno grandi sogni” (entrambi editi da
Feltrinelli Editore). Dal secondo libro è stato tratto il corto “Baradar” vincitore di numerosi premi internazionali ,tra cui la
sezione nazionale Parental Experience del Giffoni Film Festival 2019.
Appuntamento al Caffè Letterario di Colle Diana il 24 Novembre alle ore 17.30 con ingresso libero, in via di Ronciglione km
2,800, presso la Club House del centro sportivo di Colle Diana.